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Sentenza

La censura di una favola per bambini perché parla di matrimoni omosessuali viola la Cedu. Prima sentenza sulla teoria del genere da parte della CEDU.
La censura di una favola per bambini perché parla di matrimoni omosessuali viola la Cedu. Prima sentenza sulla teoria del genere da parte della CEDU.
Cedu GC MACATÈ C. LITUANIA

23 GENNAIO 2023, RIC.61435/19


Il libro in questione s'intitola "La principessa, la figlia del calzolaio ed i 12 fratelli" ed è una favola per bambini scritta da un'autrice omosessuale dichiarata. Il passaggio incriminato era una frase in cui si diceva che la principessa si era addormentata tra le braccia della figlia del calzolaio dopo le loro nozze. Il libro fu prima ritirato dal mercato, poi nuovamente messo in commercio con il bollino della censura "nuoce gravemente ai bambini". L'autrice fece causa invano all'Università editrice del libro che aveva ceduto alle pressioni del Miur lituano e del Parlamento che avevano evocato la gender ideology a scapito dei valori fondamentali dello Stato tra cui la tutela della famiglia tradizionale che risultava «insultata, degradata, svalutata» e discriminata. È la prima volta che la CEDU ha affrontato la questione della censura di opere letterarie che contengono riferimenti ai LGBT+ ed alle nozze tra persone dello stesso sesso.

Violato l'art.10 Cedu: la CEDU ha bacchettato severamente la Lituania per questa censura: il passaggio incensurato non è sessualmente esplicito né promuove le famiglie arcobaleno a detrimento di quelle tradizionali, anzi può essere indice di integrazione sociale «incitando ad accettare e rispettare tutti in membri della società relativamente ad un aspetto fondamentale della loro vita quale l'intrattenere una relazione consolidata con qualcuno». Infatti oggi giorno le famiglie omoparentali sono una realtà consolidata che merita la stessa tutela di quelle tradizionali. La «Corte osserva che in molti Stati membri del Consiglio d'Europa o la legge include espressamente nei programmi scolastici l'insegnamento delle relazioni omosessuali o contiene disposizioni volte a garantire il rispetto della diversità e il divieto di discriminazione fondata sull'orientamento sessuale nell'istruzione», anche se vi sono norme giuridiche che limitano l'accesso a questi contenuti. La CEDU inoltre «ha già dichiarato in diverse occasioni di non avere prove scientifiche o sociologiche che suggeriscano che la semplice menzione dell'omosessualità o un dibattito pubblico aperto sullo status sociale delle minoranze sessuali danneggerebbe i bambini (…). Ha inoltre dichiarato che, nella misura in cui i minori che assistono a manifestazioni a favore dei diritti LGBT sono esposti alle idee di diversità, uguaglianza e tolleranza, l'adozione di tali opinioni potrebbe solo promuovere la coesione sociale». Nota poi che nelle favole tradizionali ci sono non solo descritte nozze, ma vige il "bacio del vero amore", al netto delle eventuali polemiche sul fatto se sia imposto o meno (v. cancel culture su Biancaneve etc.), ciò non ha mai turbato o nuociuto ai minori. In conclusione la «Corte ha ritenuto che le misure applicate al libro del ricorrente fossero intese a limitare l'accesso dei bambini ai contenuti che descrivono le relazioni omosessuali come essenzialmente equivalenti alle relazioni eterosessuali, classificando tali contenuti come dannosi, e ha concluso che tali misure non erano quindi finalizzate a uno scopo legittimo ai sensi dell'articolo 10 § 2» Cedu. Sul tema: si rinvia alle sez. II (documenti internazionali) e III (diritto e prassi comparata) della sentenza per ogni approfondimento; Beizaras e Levickas c. Lituania del 14/6/20, Bayev e altri c. Russia 20/6/17 e Vallianatos e altri c. Grecia [GC]del 2013. È notizia di questi giorni che la censura si è abbattuta anche su un classico come Peter Pan (voluta da un'Università scozzese) accusato di veicolare «strane prospettive sul genere» come riportano alcuni media. Nei factsheets: Sexual orientation.
Avv. Antonino Sugamele

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