Rigettato il ricorso di Corona. Nelle foto di Trezeguet non vi era alcun interesse pubblico. Ecco la sentenza. 5 anni di reclusione confermati dalla Cassazione.
Oggetto dell'estorsione il diritto del calciatore alla tutela della propria immagine, motivo per cui la sentenza si sofferma "sull'illecito trattamento dei dati personali di Trezeguet". I difensori di Corona, nel contestare "il fulcro del teorema accusatorio", avevano opposto il fatto che si trattasse di foto "scattate sulla pubblica via, appena fuori l'uscita di una delle discoteche più in voga di Milano in una notte del fine settimana". E in base a questo, a loro parere, non sussisterebbe l'accusa di estorsione da parte del fotografo dei vip: "un'immagine potenzialmente pubblicabile diventa un'immagine commerciabile, rendendo il profitto che ne consegue giusto", tanto più - è la tesi della difesa - che Corona consegnò al calciatore il cd-rom con le foto e una dichiarazione di "ritiro definitivo dal marcato di materiale fotografico" del quale il fotografo deteneva il diritto d'autore.
"Non è consentito al possessore dell'informazione sensibile", sottolinea invece la seconda sezione penale della suprema Corte nella sentenza depositata, di "lucrare" e di "sfruttare nel versante privato le variabili percezioni soggettive della potenziale dannosità della diffusione dei propri dati personali". Il diritto alla propria immagine, rimarca, può essere affievolito solo dall' "esclusivo perseguimento delle finalità giornalistiche": solo tali finalità "consentono di configurare come giusto il profitto conseguito". E la tempistica dei fatti, richiamata nella sentenza d'Appello, "esclude che Corona abbia agito per finalità di informazione".
10-03-2013 08:42
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