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Sentenza

La situazione delle carceri. Per il Ministro Cancellieri: serve amnistia o indulto.
La situazione delle carceri. Per il Ministro Cancellieri: serve amnistia o indulto.
Ultimi dati sul sovraffollamento. -

Il ministro della Giustizia nell'Aula della Camera snocciola i dati aggiornati che fotografano l'emergenza carceraria: ci sono 65.886 detenuti (tra loro 23 mila stranieri e 24.342 in attesa di giudizio) nelle 206 carceri italiane, a fronte di una capienza di 46.945 posti. Il piano di edilizia penitenziaria garantirà a fine anno quattromila posti in più, ma il sovraffollamento è una "vera e propria emergenza", ribadisce Cancellieri, che sollecita una risposta alle istituzioni europee che ci chiedono "meno carcerazione".

Serve un provvedimento di clemenza
"Incoraggianti" i risultati dello 'svuota carceri' del governo Monti, che ha coinvolto 11 mila persone. Ma l'unica vera soluzione, secondo il ministro, è una misura di clemenza (amnistia o indulto): è questa la "strada maestra per respirare un attimo e poter ripartire bene". La decisione, tuttavia, spetta "al Parlamento", perché il problema - precisa - "è squisitamente politico e non mi appartiene".

Le reazioni
"Si potrà discutere di amnistia solo quando" si saranno introdotte "soluzioni strutturali", replica il Pd. Ma intanto, come sottolinea la presidente della commissione Giustizia Donatella Ferranti (Pd), con il via libera alla legge sulla messa alla prova è stato compiuto "un primo passo importante". Ma la Lega, che parla di un testo "vergognoso" che nasconde un "indulto mascherato", annuncia che proseguirà in Aula l'ostruzionismo messo in atto in commissione. E anche il M5S annuncia dura opposizione al testo, che, sostengono i grillini, "non mira ai reali problemi del sovraffollamento carcerario".

Domiciliari come pena principale
Al centro delle polemiche, soprattutto la norma che prevede una delega al governo per introdurre la possibilità per i giudici di comminare come pena principale (non più misura alternativa) la detenzione domiciliare per i delitti puniti con la reclusione fino a sei anni. L'esecutivo dovrà però valutare se escludere "singoli reati di grave allarme sociale". E sull'ampiezza di tali esclusioni già si annunciano discussioni.

Messa alla prova
Altra novità introdotta dal testo è la messa alla prova, ossia la sospensione del processo per consentire un programma di rieducazione dell'imputato, che può includere ad esempio un lavoro di pubblica utilità. La messa alla prova può essere disposta, per non più di due volte, per reati puniti con il carcere fino a un massimo di quattro anni e per i delitti a citazione diretta. E può portare all'estinzione del reato. Infine, la legge varata in commissione introduce la sospensione dei processi il cui imputato è irreperibile.-

Fonte: ilsole24ore.
Avv. Antonino Sugamele

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