Il postino esercita un servizio pubblico: se si appropria delle somme dei bollettini contrassegno commette peculato, a nulla rilevando la natura di Poste Italiane quale società per azioni di diritto privato.
"La qualifica di pubblico ufficiale - ai sensi dell'art. 357 c.p., come novellato dalle leggi n. 86 del 1990 e n. 181 del 1992 deve essere riconosciuta a quei soggetti che, pubblici dipendenti o ‘semplici privati', quale che sia la loro posizione soggettiva, possono e debbono, nell'ambito di una potestà regolata dal diritto pubblico, esercitare, indipendentemente da formali investiture, poteri autoritativi, deliberativi o certificativi, disgiuntamente e non cumulativamente considerati”.
“Principio - prosegue la sentenza - che non può che essere riferito anche all'incaricato di pubblico servizio, come più volte ritenuto dalla giurisprudenza di legittimità e affermato in relazione ai dipendenti di enti trasformati in società commerciali. A tale principio di diritto si è correttamente attenuta la sentenza impugnata che ha richiamato specificamente la giurisprudenza relativa al portalettere, da qualificare incaricato di pubblico servizio”.
26-08-2013 21:51
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